Il terzo singolo estratto dall’album 9 dei Negrita si intitola L’Eutanasia del fine settimana, già in rotazione radiofonica. Il disco che è stato prodotto da Fabrizio Barbacci per la Universal Music Italia, nel frattempo continua a volare. Dopo aver esordito al primo posto nella classifica dei dischi più venduti, è diventato da poco Disco d’Oro.
La canzone parla della movida e delle insidie che può nascondere. Il protagonista, infatti, incontra al crepuscolo dei personaggi orrendi, nati proprio dall’oscurità. Uno spaccato di realtà, enfatizzato a raccontare di donne disperate che cercano di mostrarsi al meglio nei locali, di spacciatori, di musica assordante e di sogni ormai a pezzi travestiti da grandi desideri.
Testo L’eutanasia del fine settimana, Negrita
Scende il mostro della sera
Nell’arena nazionale
Ed ognuno si connette
Al suo sogno artificiale
Una doccia profumata
Segue guerra con lo specchio
E la scarpa, quella giusta
Per poi dare un po’ nell’occhio
E’ già il terzo aperitivo
E sembra ancora una tisana
Preludio all’agonia
Del fine settimana.
Esce musica fetente
Dalla porta di un locale
E scosciate reginette
Che si affannano ad entrare
Gambe lunghe come aironi
Trasparenti da digiuno
Affonderanno i tacchi a spillo
Dentro i sogni di qualcuno
E’ una notte di movida
E folli desideri sparsi
Che la vita è troppo breve, amore
Per accontentarsi.
Ragnatele di tubi al Neon
Luci gialle a Incandescenza
Sotto un cielo Rosso-Viola
Che trasuda incoscienza
C’è uno spacciatore nero
Che alza più di una Puttana
Sul suo marciapiede stretto
C’è una lunga fila indiana
Esce un tipo allucinato
Dalla Metropolitana
Lui stanotte si è imbiancato sì
Con una cerbottana!
Nell’Eutanasia del fine settimana.
Dal terrazzo al terzo piano
C’è un’intrepida signora
Che sta urlando “Io vi ammazzo”
Credo almeno da mezz’ora
Vorrei dirle che ha ragione
Ma in fondo lei non può capire
Che già questo, tutto questo,
Non è forse un po’ morire
Nel delirio occidentale
Per chi suona la campana
E’ l’eutanasia del fine settimana.
E’ l’eutanasia del fine settimana.
