Testo “Che Gusto C’è”, singolo di Fabri Fibra e Tredici Pietro. Ascolta il brano e guarda il video ufficiale.
“Che Gusto C’è” è una canzone del cantautore milanese Fabri Fibra realizzata in collaborazione con il rapper bolognese Tredici Pietro.
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“Che Gusto C’è” di Fabri Fibra e Tredici Pietro: Un Brano Tra Sarcasmo e Disillusione
Uscito il 23 maggio 2025, “Che Gusto C’è” è un pezzo che mescola rap pungente e ironia tagliente. Il brano, contenuto nell’undicesimo album in studio “MENTRE LOS ANGELES BRUCIA”, si inserisce nel solco del rap italiano più critico e introspettivo, con testi che scavano nelle contraddizioni della società moderna, tra lusso, successo effimero e disillusioni collettive.
Significato brano
Fin dalle prime battute, Fibra dipinge un ritratto cinico del mondo del rap e dello star system: “È un’ossessione, signori, signore / Rap italiano, pizza, Briatore”. Il riferimento a Flavio Briatore, simbolo di opulenza e vita mondana, non è casuale: serve a sottolineare quanto il successo sia spesso misurato in termini di visibilità e soldi, piuttosto che di sostanza.
Il verso “Questi rapper me li mangio / Con il disco rilancio” è una chiara dichiarazione di superiorità artistica, ma subito dopo arriva la domanda che dà il titolo al brano: “Che gusto c’è? / Se tutti stanno sempre meglio di te”. Fibra e Tredici Pietro mettono in discussione il senso stesso della competizione, soprattutto in un’epoca in cui il successo è spesso illusorio.
Il brano è un affresco sarcastico dell’Italia contemporanea, tra stereotipi e realtà amare. “L’Italia, cannelloni e panettoni” è un verso che strizza l’occhio ai cliché nazionali, mentre la menzione di Berlusconi (“Che poi da quando è morto Berlusconi / Tutti quanti ci sentiamo migliori”) diventa spunto per riflettere su come certe figure abbiano plasmato l’immaginario collettivo.
La critica si sposta poi sul mito del lusso e sulle sue contraddizioni: “Vogliamo tutti una vita di lusso / Conoscerne il gusto, Fred Bongusto”. Il riferimento al celebre cantante degli anni ’70, noto per canzoni come “Una rotonda sul mare”, è un gioco di parole che unisce il desiderio di ricchezza (“gusto”) con un’icona pop del passato.
Ma la realtà, secondo i due rapper, è ben diversa: “Tasso fisso, mutui, rate / È la vita che ci prende a fucilate”. Un’immagine cruda che descrive la pressione economica e sociale, dove il sogno di benessere si scontra con un sistema che sembra progettato per schiacciare.
Uno dei passaggi più interessanti del brano è il riferimento a Charles Bukowski, scrittore maledetto noto per le sue opere sulla fatica del vivere: “Lo diceva anche Bukowski / A lavorare soffri, Post Office”. La citazione al romanzo Post Office (in cui Bukowski racconta la sua vita da fattorino) serve a ribadire che il lavoro è spesso sofferenza, mentre i ricchi “si fanno i gossip con i soldi nostri”.
Anche Sfera Ebbasta, simbolo del rap di successo, viene evocato (“Gente che spera, che sente Sfera”) come emblema di un’aspirazione collettiva verso il benessere, spesso irraggiungibile. E poi c’è la critica al Grande Fratello e alla fama effimera: “Fai il Grande Fratello, sì, però mica sfondi / Tipo fai un successo che dura due secondi”.
Il finale del brano è una riflessione amara sull’Italia e sulle sue illusioni: “Siamo tutti cantanti / Ma non ci sono canzoni / E siamo tutti importanti / Dov’è che sono i coglioni?”. Fibra e Tredici Pietro sembrano chiedersi dove sia finita l’autenticità in un mondo dove tutti aspirano alla celebrità, ma pochi hanno qualcosa di vero da dire.
Eppure, non manca un barlume di speranza: “Non ti fidare dei giornali, che l’Italia è bellissima / Guarda che mare, che mare, che mare”. Un invito a guardare oltre le apparenze, perché forse la vera bellezza è ancora lì, nascosta sotto strati di ipocrisia.
“Che Gusto C’è” è un pugno nello stomaco che unisce ironia, critica sociale e malinconia. Fabri Fibra e Tredici Pietro non offrono risposte facili, ma pongono domande scomode su cosa significhi davvero “farcela” in un’epoca di influencer, mutui e sogni in frantumi.
Come ha dichiarato Fibra in un’intervista recente:
“Questo pezzo è per chi si sveglia la mattina e si chiede se ne valga la pena. Per chi corre dietro ai like e poi si sente vuoto. Per chi sogna Saint-Tropez ma paga le rate della macchina.”
E forse, in fondo, è proprio questa la forza del brano: farci ridere mentre ci guardiamo allo specchio, senza filtri.
Che Gusto C’è testo Fabri Fibra
Lyrics:
È un’ossessione, signori, signore
Rap italiano, pizza, Briatore
Crazy, ci penso ormai da mesi
Quasi scoppio (Oh)
Che non fatturo da troppo (Seh)
È il caso di fare un colpo (Ahah)
Prima che mi venga un colpo, tutti all’ascolto (Tutti)
Questi rapper me li mangio (Mangio)
Con il disco rilancio (Rilancio)
Magari faccio un bilancio (Un bilancio)
Tu invece falsi il bilancio
Questo lavoro, frate’, ci volo, sì, come Il Volo (Sì, come Il Volo)
Ma canto da solo, bracciali d’oro, parti col coro (Vai)
Uh, voglio fare il contante, un profilo importante
Vogliamo tutti un po’ le stesse cose
Tu vai a stare in mutande, chiudo le serrande
Ma poi mi chiedo
Che gusto c’è?
Se tutti stanno sempre meglio di te
Da Porto Cervo fino a Saint-Tropez
Ma che bеllezza, guarda, il cielo si illumina
Magari esplodе, che gusto c’è?
L’Italia, cannelloni e panettoni
Che poi da quando è morto Berlusconi
Tutti quanti ci sentiamo migliori
Che ci sbatteva in faccia i suoi milioni
Vogliamo tutti una vita di lusso
Conoscerne il gusto, Fred Bongusto
Tasso fisso, mutui, rate
È la vita che ci prende a fucilate (Brr)
Carica e spara, gente che spera, che sente Sfera (Sfera)
Gente che sfila, che fa la fila senza una lira
Lo diceva anche Bukowski (Cosa?)
A lavorare soffri, Post Office (Ah)
Con i ricchi fuori che si fanno i gossip con i soldi nostri
Che gusto c’è?
Se tutti stanno sempre meglio di te
Da Porto Cervo fino a Saint-Tropez
Ma che bellezza, guarda, il cielo si illumina
Magari esplode, che gusto c’è?
Fai il Grande Fratello, sì, però mica sfondi (No)
Tipo fai un successo che dura due secondi (Eh)
Io sto dietro ai conti, mica ai siti di incontri
Qui sono tutti cantanti (Cantanti), tu per chi mi scambi? (Mi scambi)
Uh, quanti cuori, finti amori sui giornali tutti uguali
Sentimenti Rovagnati (Ehi), sottovuoto, affettati
Gli italiani ci credono ai sogni che si avverano
Agli sposi, ai famosi, poi da soli si chiedono (Cosa?)
Che gusto c’è?
Se tutti stanno sempre meglio di te
Da Porto Cervo fino a Saint-Tropez
Ma che bellezza, guarda, il cielo si illumina
Magari esplode, che gusto c’è?
Siamo tutti cantanti (Sì)
Ma non ci sono canzoni (No)
E siamo tutti importanti (Sì)
Dov’è che sono i coglioni? (Oh)
Non ti fidare dei giornali, che l’Italia è bellissima
Guarda che mare, che mare, che mare
Che gusto c’è?