sabato 20 Aprile 2024

Ultimi Articoli

Il nostro ricordo di Stefano D’Orazio dei Pooh

“Una canzone così poteva cantarla solo Stefano”, mi dissero in un’intervista di molto tempo fa i Pooh.


E avevano ragione. Oggi, che Stefano d’Orazio ci ha lasciati, “Dimmi di sì” sembra proprio il manifesto del suo essere, della sua personalità. Ironico, simpatico, trascinante e spumeggiante, solo lui poteva cantare una canzone su una notte di sesso senza apparire volgare o marpione.


Nella mia vita ho avuto la fortuna di incontrare molte volte i Pooh: dico fortuna perché raramente nell’ambiente dello spettacolo e della musica si ha a che fare con persone così gentili e umili, sempre sorridenti e disponibili anche con la giornalista più giovane e di testate poco importanti. No, loro non se la sono mai tirata, anche se i Pooh sono la storia della musica italiana, anche se i più sofisticati arricciano il naso solo a sentirli nominare.

Dal 1966 ad oggi nessuno come loro ha lasciato il segno tra pop, progressive e rock. Nessuno come loro ha anticipato i tempi sulle performance live come aspetti tecnici e visivi. Il segreto è stato la perfetta miscela di talenti, personalità, provenienze (anche geografiche) e influenze diverse, ma anche una professionalità e una deduzione totale alla musica, non un lavoro, anche dopo 50 anni, ma una passione sempre e comunque.

I Pooh sono come una macchina da guerra, ognuno ha il suo ruolo all’interno a seconda del proprio carattere e inclinazione. Questo il vero segreto dietro la facciata e Stefano, il metronomo umano che sul palco si divincolava tra due batterie, quello che a un certo punto ha deciso di mollare per godersi la vita e i viaggi, per tornare a visitare il mondo che aveva visto solo da un finestrino di un aereo, da un palco di un palasport, dalla hall di un hotel alle Hawaii o dal Giappone, era quello destinato alla parte manageriale.


Ma non l’unica, a volte i compiti erano intercambiabili e Stefano si ritrovava a divertire i giornalisti con la sua romanità. Da Monteverde, dove era nato, a Casalpalocco, dove ha vissuto per molto tempo, ha rallegrato con la innata verve e i suoi aneddoti. Amava viaggiare, Stefano, amava le piccole isole dove fuggire al tritacarne del mondo della musica, sala di registrazione e tour uno via l’altro, e non a caso negli ultimi tempi scelse come angolo del cuore Pantelleria. Ora a noi ha lasciato un ricordo di una persona speciale, un amico per sempre, se non proprio come per gli altri fratelli Pooh, come una presenza che con la sua musica, la sua voce e la sua personalità ci accompagnerà sempre.

Ultimi Articoli

Da non perdere