giovedì 28 Marzo 2024

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Jose Nunes: Parlami ancora, testo e video (Sanremo 2018)

Ecco il testo e il video di “Parlami ancora“, la canzone finalista del cantautore portoghese Jose Nunes, (30 anni, nato a Faro, Portogallo), in gara a “Sarà Sanremo”. Il brano è stato scritto da lui stesso in un periodo complesso, in cui è si è trovato faccia a faccia con il concetto di morte, comprendendone profondamente l’amaro significato. Il testo, quindi, pur avendo questo argomento come tema principale, ha comunque una libera interpretazione a seconda del vissuto di chi l’ascolta.



Testo Parlami ancora Jose Nunes

Non ho, forse quel che cerca il mondo
potrò, mai capire quel che valgo
se sto, a un passo dalla verità.

Lo so, è una maschera sul volto
se può, ritornare indietro al tempo
cado, come neve.

Parlami ancora
di come non si muore mai
fermiamoci al tramonto noi.

Prendimi e vola
lì dove tu soltanto sai
ricordami chi sei.

Non ho, mai trovato forse il modo per
starti un po’ più accanto e
non mi rendevo conto
che te ne stavi andando


Sarà, molto più di un giuramento
se può stipulare un patto il tempo
darò ogni istante della mia vita.

Parlami ancora
di come non si muore mai
di sogni che raggiungerai.

Prendimi e vola
lì dove tu soltanto sai
ricordami
ricordami chi sei
ricordami chi sei
ricordami chi sei
ricordami chi sei.

Parlami ancora
di come non si muore mai
di sogni che raggiungerai.

Prendimi e vola
lì dove tu soltanto vuoi
ora chiudi gli occhi
e vai.


jose nunes parlami ancora

Jose Kahack Nunes nasce nella città di Faro in Portogallo, il 15 novembre 1987. E’ l’ultimo di tre figli, nati tutti in diverse città del mondo. Suo padre era un calciatore professionista, che giocava negli anni ’70 nel ruolo di portiere; fu infatti per via del suo lavoro e dei suoi progetti che portò l’intera famiglia a viaggiare in tutta Europa.
La madre di Jose insegnava francese e lavorava come impiegata per una multinazionale energetica. Quando la famiglia si trasferì a Milano, i genitori si separarono e Jose cominciò a convivere col senso di “mancanza”. Fu anche grazie a questa condizione che Jose trovò nella fantasia il suo rifugio, poiché tutto ciò che non poteva avere lo inventava. Così si avvicinò all’arte: dal disegno, alla scrittura fino ad arrivare al ballo. La musica lo ha sempre accompagnato fin da piccolo, in casa registrava sulle audiocassette e sulle videocassette tutto quello che passava in radio e in televisione. Amava la musica, in ogni genere e forma, ma se per scrivere e disegnare bastava una matita e per ballare una stanza vuota, non ebbe mai la possibilità di suonare uno strumento; l’unica cosa che poteva avere e sfruttare era la sua voce. Fu così che iniziò a cantare, subendo le influenze della musica che risuonava costantemente in casa, i cantanti francesi come Aznavour e Jacques Brel, il rock dei Radiohead e dei Nirvana, il cantautorato italiano di De Andrè e Guccini. Più di ogni altra cosa però, Jose amava la musica black soul/r’nb/hip-hop, in particolare Michael Jackson, i Fugees, Stevie Wonder, George Michael, fino a tutte le star emergenti del panorama musicale internazionale della fine degli anni ’90. E’ anche grazie alla musica che Jose ha affinato la conoscenza delle lingue straniere, come l’inglese, il francese e lo spagnolo.

Per tutta l’adolescenza Jose concilia studio e lavoro e all’età di 20 anni, terminati i suoi studi in cinematografia, porta avanti la sua passione per la scrittura di cortometraggi. Grazie ad una vecchia tastiera regalata dal fratello, Jose, da totale autodidatta, inizia a suonare il piano e a comporre canzoni. Su quella stessa tastiera nasce infatti il suo primo brano, dal titolo “Rough Hands” che subisce le influenze della musica che lo accompagnava in quel periodo (Antony and the Johnsons, Ben Harper, Jeff Buckley, Ray LaMontagne). Di questo brano Jose dichiara: “Parla delle mani di mia madre, logorate dal lavoro. Quando penso a lei, mi appaiono le sue mani e il ricordo di quando mi accarezzavano e graffiavano in viso. In quel gesto potevo sentire tutto il suo amore e tutta la mia sofferenza. Due emozioni apparentemente distanti, che spesso però sono destinate a convivere. Ad oggi, posso dire che è uno dei ricordi più belli e preziosi che ho”.

Invia quindi “Rough Hands” a un contest che aveva lanciato la cantante Elisa sul web. Il brano viene selezionato e Jose è convocato ad aprire il concerto della cantante. All’improvviso si trova catapultato in una realtà completamente nuova: presenta i brani “Heroes Garden” (Il giardino degli Eroi: il suo inno all’infanzia) e “Persefone”, il suo primo brano in italiano, ispirato ad una donna, la sua migliore amica, che racchiude tutti i tratti e i tormenti caratterizzanti l’archetipo psicologico delle “donne Persefone”.

Successivamente si ritrova a suonare live in diverse occasioni ed eventi, riproducendo le cover dei suoi artisti preferiti e parte dei suoi inediti. Nel frattempo si avvicina anche al teatro, con la collaborazione di alcuni suoi amici fonda un’associazione dal nome “Terabithia” ed insieme aprono ufficialmente una scuola di teatro per bambini che opera tuttora nella provincia di Milano.
Nel 2014 Jose scrive “Blind Heart” (Cuore Cieco) e ne realizza un videoclip. Pubblica il materiale sul web e viene contattato da Universal Music Italia per un’audizione. Jose presenta diversi brani inediti in lingua italiana e solo nel 2016 firma il contratto discografico con Universal Music. Ad oggi ha autoprodotto e pubblicato due brani inediti sulle piattaforme digitali: “Dove si addormenta la felicità” e “Vieni a prendermi” .
Inoltre a Milano incontra il produttore musicale Roberto Vernetti a cui affida la realizzazione del suo brano “Parlami Ancora” per Sanremo. Insieme a Roberto Vernetti realizza altri brani per il suo primo album di debutto.

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