Testo “La Mia Parola”, singolo di Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento a Sanremo 2025. Ascolta il brano e guarda il video ufficiale.
“La Mia Parola” è una canzone del dj producer italo argentino Shablo (nome d’arte di Pablo Miguel Lombroni Capalbo), in gara al 75° Festival di Sanremo 2025. Il pezzo, lo ricordiamo, è realizzato in collaborazione con Guè, Joshua e Tormento.
Shablo, al secolo Pablo Miguel Lombroni Capalbo, è una figura poliedrica nel panorama musicale italiano. Produttore, musicista, dj e manager, potrebbe essere descritto in molti modi, ma lui preferisce definirsi semplicemente «un creativo». Questa definizione racchiude la sua essenza: un artista che non si limita a un solo ruolo, ma che mescola discipline e influenze per creare qualcosa di unico.
➤ Indice
La Mia Parola testo Shablo
Lyrics:
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
24h 7 su 7 no stop
Siamo in sbatti sbatti per arrivare al top
Tu fai chatty chatty io faccio parlare il mio flow
Non ti danno abbracci qua sei da solo nel block
Io le mando baci lei che per me è la più hot
Mi dicevi taci, ora però sono il goat
Quaggiù odi e ami a giudicarmi è Dio
Amo la mia mami, amo sti money e l’hip-hop
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
Suona dal basso questo gospel
È la voce di chi raccoglie le forze
Nonostante tutto mette da parte i forse qui vince la legge del più forte
È rap è blues e gin & juice
Fai il mio nome tre volte beetlejuice
Suona ancora più forte bad and boujee
Rock’n’roll lo sai party & bullshit
La voce del blocco suonerà più forte
Per quelle volte che ci hanno chiuso le porte
E ho solo una word, se dico che hai la mia parola
Lo sanno i miei g, questa è la way that we live
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
È una street song
Per dare quello che ho
Brucerò fino alla fine
Chiuso tra cemento e smog
È una street song
Qui la gente muore e vive
Senza soldi e alternative
L’unica cosa che so
Autori: C. Fini – M. Cellamaro – J. Bale – E. Medici – P. M. Lombroni Capalbo – V. L. Faraone – R. Lamanna – E. Conocchia
Significato e analisi brano
“La Mia Parola” di Shablo è un brano che cattura l’essenza di una vita vissuta in un contesto urbano aspro e desolato, dove il cemento e lo smog diventano metafore di un’esistenza fatta di lotte quotidiane e limitate opportunità. La canzone è un inno alla resistenza e alla determinazione, un grido di chi cerca di emergere in un mondo che spesso sembra non offrire vie d’uscita. Shablo, attraverso le sue parole, dipinge un quadro vivido di una realtà in cui le persone vivono e muoiono “senza soldi o alternative”, costrette a lottare per sopravvivere in un ambiente che non perdona.
Il brano è una fusione di generi musicali, un mix di rap, gospel, jazz e musica black, che riflette la complessità e la ricchezza delle influenze culturali di Shablo. Questa mescolanza di stili non solo arricchisce il sound della canzone, ma simboleggia anche l’unione di diverse esperienze e generazioni, come evidenziato dalla collaborazione con Guè, Joshua e Tormento, rappresentanti di tre diverse ere del rap italiano.
Shablo, che si definisce un “creativo”, utilizza la musica come mezzo per esprimere la sua visione del mondo e per dare voce a chi spesso non ne ha. La scelta di esibirsi a Sanremo, un contesto tradizionale e mainstream, rappresenta una sfida e un’opportunità per portare il suo messaggio a un pubblico più ampio. La canzone, infatti, non è solo un’espressione artistica, ma anche un atto di ribellione e di affermazione della propria identità.
Il testo di “La mia parola” è ricco di immagini forti e contrastanti: da un lato, la desolazione e la durezza della vita in strada, dall’altro, la speranza e la determinazione di chi non si arrende. La ripetizione della frase “È una street song” sottolinea il legame indissolubile tra la musica e la vita reale, tra l’arte e l’esperienza quotidiana. Shablo canta di amore per la famiglia, per la musica e per la vita stessa, nonostante le difficoltà.
La scelta di ascoltare il brano in una chiesa aggiunge un ulteriore livello di significato: la chiesa, luogo di riflessione e spiritualità, diventa il contesto ideale per meditare sulle parole di Shablo, che risuonano come un sermone moderno, una preghiera laica per chi cerca riscatto e giustizia.
In definitiva, “La mia parola” è un brano che parla di resistenza, di identità e di speranza. È un invito a non arrendersi, a continuare a lottare nonostante le avversità, e a credere nel potere della propria voce e della propria arte. Shablo, attraverso la sua musica, offre una visione cruda ma autentica della realtà, ma allo stesso tempo trasmette un messaggio di forza e di speranza per il futuro.
Nato in Argentina e cresciuto in Italia, Shablo porta con sé un bagaglio culturale ricco e variegato, che si riflette nella sua musica e nel suo approccio alla vita. Il suo nome d’arte, Shablo, è un gioco di parole che unisce “sciabola”, simbolo di forza e precisione, e il suo primo nome, Pablo. È un nome che evoca un’immagine tagliente e decisa, perfetta per un artista che non ha paura di sperimentare e di sfidare le convenzioni.
Tra le curiosità che lo riguardano, c’è il suo amore per il mate, la bevanda sudamericana simile al tè che per lui rappresenta molto più di una semplice abitudine. «Lo bevo tutti i giorni. Per me è un rituale immancabile», racconta Shablo. Il mate, con il suo sapore intenso e il suo significato culturale, è un pezzo della sua identità argentina che porta sempre con sé, ovunque vada. È un simbolo di radici, di connessione con le sue origini, ma anche di quel ritmo lento e meditativo che contrasta con la frenesia della vita moderna. Nella valigia di Shablo, insieme alla sua creatività e alla sua passione per la musica, c’è sempre spazio per il suo adorato mate, un compagno fedele che lo accompagna nella sua quotidianità e nei suoi viaggi artistici.