Testo “Noi no”, singolo di Gazzelle. Ascolta il brano e guarda il video ufficiale.
“Noi no” è una canzone del cantautore romano Gazzelle (Flavio Pardini), prodotta con Federico Nardelli. Il pezzo, lo ricordiamo, segue i successi del singolo “Come il pane”.
➤ Indice
Noi no testo Gazzelle
Lyrics:
Quante volte hai visto andarsene la felicità
e il 2017 sai, non ritornerà
ma io voglio solo scomparire
nei tuoi occhi come il Tevere
che non smettono mai di coprire
chissà sotto che c’è
chissà sotto che c’è
e tuo padre che si fa una canna
mi fa sentire solo più vecchio
e mentre il mondo non vuole dormire
penso solo a noi
che eravamo belli come l’imbrunire
come i film degli anni 90
come i caschi in testa pieni di adesivi
come una domenica calma
come guardare da dietro a una tenda
qualcuno che da una festa e noi no, noi no, noi no
quante facce tristi ridono che felicità
e se piove tutti piangono chiusi in macchina
il tuo cane che mi fa le feste
mi fa capire che ormai ti ho perso
e mentre il sole non vuole più uscire
penso neanche noi
che eravamo belli come l’imbrunire
come i film degli anni 90
come i caschi in testa pieni di adesivi
come una domenica calma
come guardare da dietro a una tenda
qualcuno che da una festa e noi no, noi no, noi no
e siamo figli di cuori ammalati,
persi per sempre dentro a un sabato
che non finisce mai e non cresciamo mai
possiamo solamente vivere
vivere, vivere, vivere
come una domenica calma
come guardare da dietro a una tenda
qualcuno che da una festa
e noi no, noi no, noi no
Significato brano
“Noi no” di Gazzelle racconta la nostalgia e il rimpianto per un passato che sembra irrimediabilmente lontano. La traccia descrive momenti semplici e quotidiani, legati a un’epoca di spensieratezza, e li carica di emozioni intense, mostrando quanto sia difficile lasciarli andare.
Il testo è un viaggio attraverso ricordi dolceamari, come il legame con una persona speciale, i gesti quotidiani, o il sentirsi esclusi, simboleggiato dall’immagine di “guardare da dietro a una tenda qualcuno che dà una festa e noi no”. Gazzelle dipinge un quadro fatto di dettagli: film anni ’90, caschi pieni di adesivi, il cane che fa le feste – piccoli frammenti che evocano un senso di familiarità e calore, ma anche la consapevolezza che quei momenti non torneranno.
La canzone esplora anche il tema della vulnerabilità, con versi che mettono in luce una generazione che si sente “figlia di cuori ammalati”, incapace di crescere davvero, intrappolata in un sabato eterno. Nonostante questa malinconia, c’è una sorta di rassegnata accettazione: possiamo solo “vivere”, cercando di dare senso a una quotidianità che, pur imperfetta, è tutto ciò che abbiamo.
Un vero e proprio inno alla nostalgia e alla bellezza nascosta nelle cose semplici, un ricordo dolceamaro di un passato che si vorrebbe rivivere, ma che rimane irrimediabilmente fuori portata.
