venerdì 15 Marzo 2024

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Sanremo 2020 pagelle canzoni e cantanti quarta serata Festival

Le pagelle della quarta serata del Festival di Sanremo 2020. Considerazioni sparse e in libertà sulla quarta puntata.


Mai limite alla lunghezza del Festival. Niente, proprio non ce la fanno a non infilare tutta la solita fuffa. Alle 22,30 si è esibito solo un cantante in gara, peggio dell’altra sera che a quell’ora erano tre. Già, ci sono stati i giovani, sono stati pure premiati: Leo Gassman è dolce, carino, educato, ha una canzone da “Re Leone”, gli manca però il carisma del padre e soprattutto del nonno, magari si farà, Tecla, purtroppo per lei, ha una voce e soprattutto una canzone già sentite, Fasma rappresenta l’attualità, non è male, anche se non il massimo, ma tra i tre è quello più calato in questi anni.


Antonella Clerici con i suoi abitini sobri e poco ingombranti ci mancava, forse sarebbe stato meglio che ci fosse lei accanto ad Amadeus sin dall’inizio senza tutte le altre, inutili, noiose, almeno in capacità di presentare. Ma il momento in cui si presenta sul palco con il pupazzo dalle fattezze di Amadeus è da dimenticare, se ci si riesce, da incubi notturni.

Cosa è successo? Quattro canzoni una via l’altra, un miracolo! E sono pure quelle più allegre ed efficaci. Gabbani continua a dimostrarsi un cantautore istrionico, originale, mai banale e un ottimo intrattenitore. Gualazzi mette il turbo per far venire voglia di ballare e la canzone piace sempre di più. Continuano a voler far ballare, del resto lo dicono anche loro “questa sera ho solo voglia di ballare”, i Pinguini Tattici Nucleari e una canzone per niente stupida, l’elogio e la rivincita dello sfigato, che ti si appiccica al cervello: “in un mondo di John e Paul, io sono Ringo Starr”. Accanto ai geni come Lennon e Mccartney, ci vogliono anche i mediani, come diceva Ligabue.

Chiude il quartetto top Anastasio con la sua grinta e la sua scrittura perfetta, anche se era meglio la rielaborazione di “Spalle al Muro” di “Rosso di rabbia”, ma lui rappresenta il massimo dell’oggi, il cantautore in versione rapper. Come Rancore, diverso da Anastasio nell’approccio nei testi, ma stessa carica e talento incisivo: benissimo anche lui, una vera esplosione sul palco, e povera Giordana Angi a uscire subito dopo con una canzone che passa liscia liscia, senza lasciare traccia, un po’ come molte altre in gara.

Morgan fa Morgan al massimo della potenza. Cambia il testo in una sferzata accusa diretta a Bugo, che giustamente abbandona il palco, già nel momento della cover aveva resistito stoicamente. Panni sporchi lavati sul palco con Amadeus imbarazzatissimo e impacciato, rimedia il solito Fiorello. Morgan ha perso un amico in diretta, l’ennesimo, ormai non lo tiene più nessuno, genio, ma sempre più sregolatezza. E a me ricorda sempre di più un dandy inglese dell’Ottocento, quei duchi dissoluti dei romanzi rosa, ma con nessuna voglia di redimersi, anzi. Squalifica in corsa, a Sanremo non era mai successo. Tanto sarebbero stati ultimi nella classifica, ma con il colpo di testa di Morgan sono entrati per sempre nella storia del Festival. Chapeau al colpo involontario di teatro. Peccato per la canzone, resta la mia preferita.


Su Achille Lauro non mi pronuncio molto, mi sono stufata di fare il suo gioco di attirare l’attenzione: prima monti su questo casino, toccando pure gli intoccabili, e poi fai la vittima dei social. Ma anche basta. In versione “Nosferatu” principe delle tenebre, le uniche cose che salvo sono i capelli del chitarrista, anche in questo caso non si sono inventati nulla. Ho sempre l’impressione che tutto sia stato deciso a tavolino, fatto apposta, mentre la follia di Morgan è pura, genuina, incontrollabile. Forse è quella la vera trasgressione, insieme
alla normalità, alla classicità e al vecchiume di un giovane come Alberto Urso.
E se vuole combattere i pregiudizi, come dice, basta al posto delle piume e glitter, un testo accorato, come quello di Levante, quando lei riesce a scandire le parole e
a farlo capire.

Non si capisce perché questa Lamborghini sia qui. Se lo fosse per un momento di spettacolo, ha sbagliato alla grande, nemmeno la scenetta saffica dell’altra sera è servita, siamo abituati a ben altro, il piattume più totale, si salvano solo gli orecchini di ieri sera. Peccato che abbia rubato il posto in gara a qualcuno che vive di musica e che avrebbe avuto
bisogno di Sanremo più e meglio di lei.

Coraggio, stasera è l’ultima. Ce l’abbiamo quasi fatta. E poi uno su 24 ce la farà.

LEGGI ANCHE >>> LE PAGELLE DELLA PRIMA SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO 2020

LE PAGELLE DELLA SECONDA SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO 2020

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