venerdì 15 Marzo 2024

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Sanremo 2020 pagelle canzoni e cantanti quinta serata Festival

Le pagelle della serata finale del Festival di Sanremo 2020. Considerazioni sparse e in libertà sulla quinta e ultima puntata.


Una bella notizia: grazie a Diodato, è finito finalmente. Una maratona notturna, uno slalom tra gag, vallettame, ospiti in promozione, lungaggini, pubblicità infinita. Qua e là sparse un pugno di canzoni. Meno male che questo è il Festival della Canzone italiana, a far rumore è il resto, il contorno, la fuffa.


Ha vinto Diodato e siamo tutti contenti. Una botta, un colpo al cuore, per trapper, tutine e regine del trash. Un esempio che urla che la musica italiana è ancora viva, i cantautori raffinati e dalla scrittura avvincente lottano con noi. E anche il secondo posto di Gabbani, con la sua aria scanzonata, gigiona, e una canzone immediata e non banale, va in questa direzione. Il terzo posto dei Pinguini Tattici Nucleari è la rivincita dell’allegria sulla noia infinita delle serate lunghissime di fuffa condita con musica.

A proposito di futuro ma anche di presente. Il rap condito con il rock e con la capacità di scrivere testi incisivi è la nuova speranza della musica italiana: Anastasio e Rancore (che ha vinto giustamente il premio come miglior testo), due facce della stessa medaglia, due ottime conferme, sono loro i cantautori di oggi.

Il Festival degli ego smisurati, delle pubbliche piazzate (non solo Morgan, ma anche il battibecco con bacio di pace finale tra Fiorello e Tiziano Ferro), delle dive, delle primedonne, aveva proprio bisogno di un “Ringo Starr” (giusto per citare i Pinguini Tattici Nucleari), di un mediano qualunque che faccia lo sporco lavoro di collegare il tutto, le bizze, le gag stupide, la pubblicità, la voglia di protagonista degli altri, i travestimenti carnevaleschi: Amadues fa quello che deve fare e si impietrisce di imbarazzo davanti alle
massime esternazioni, ma li ha invitati lui e avrebbe dovuto sapere dove si sarebbe andato a parare.

Fiorello si è mangiato lui, il palco e tutto il resto, il vero protagonista, il leader, il tappabuchi, leggermente logorroico, ma permaloso se qualcuno glielo fa notare. Tiziano Ferro usato solo per cantare è stato uno spreco: la sua immediatezza, la sua istintività, il suo esternare senza pensare, magari sbagliando, sarebbero stati una rivelazione, un concentrato di vitalità e capacità di tenere svegli gli ascoltatori, molto, ma molto meglio delle troppe, inutili, vallette illustri.


Il Festival delle Paillettes: quelle vistosissime della tutina da 6 mila euro che ha posto all’attenzione la mancanza di talento, se non quello di far parlare di sé, di Achille Lauro. Quelle dell’altra tutina, stile Abba, di Elettra Lamborghini, e quelle delle giacche sexy della resuscitata (e non ne avevamo bisogno) Sabrina
Salerno
in versione co-presentatrice. Quelle sparse sulle giacche degli uomini, da Nigiotti a Diodato e al povero Bugo, fino all’ultima mise di Amadeus, la più elegante e centrata.

Dopo tutte le polemiche precedenti il Festival, sono proprio le donne a fare una bella figura: straordinaria, commossa, raffinata, Tosca ha ricordato a tutti quelli che se ne erano dimenticati che resta una delle migliori cantanti italiane, la gioia che trasmette nel cantare Irene Grandi, Elodie, la più attuale di tutti. Dovrebbe essere lei, arrivata settima, a prendere un aereo per Rotterdam e l’Eurovision 2020, sarebbe stata perfetta per farci fare bella figura. Ci andrà Diodato, ovviamente.

Non ci posso fare niente, a me continua a piacere la canzone di Bugo e Morgan, gli appestati del Festival. Al netto di tutte le pazzie, gli insulti, l’ego smisurato, i panni lavati in pubblico, “Sincero” resta una grande canzone. Peccato. Seguono Gabbani, Gualazzi e i Pinguini, perché in questo mondo ci vuole leggerezza e un pizzico di allegria per affrontare la realtà, già viviamo in un’epoca cupa e la raccontano bene Anastasio e Rancore, senza ammorbare o deprimere. E ho rivalutato Levante.

Ora rimane la musica e il resto, la fuffa, scompare. Tra vendite, passaggi radiofonici e concerti, il vero vincitore sarà decretato tra qualche mese. Uno su mille ce la fa, diceva Morandi, in una verità che supera tutto, Festival compresi.

LEGGI ANCHE >>> LE PAGELLE DELLA PRIMA SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO 2020

LE PAGELLE DELLA SECONDA SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO 2020

LE PAGELLE DELLA TERZA SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO 2020

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