Testo “VERTEBRE”, singolo di SETTEMBRE a Sanremo 2025. Ascolta il brano e guarda il video ufficiale.
“VERTEBRE” è una canzone della cantautore napoletano Andrea Settembre. Il pezzo, lo ricordiamo, segue i successi del singolo “Amandoti” scelta come colonna sonora e trailer della serie inglese “Inganno” di Netflix.
➤ Indice
VERTEBRE testo SETTEMBRE
Lyrics:
Mi hai detto: “Non fa niente”
E poi mi stai lasciando solo
Mi hai messo in bocca le tue colpe
E sai che questo non è il modo
Giochiamo a fare i grandi, ma
Piangiamo all’università
Anch’io mi sento a volte
Un cane perso in mezzo alla città
Strappami la pelle dalle vertebre
Ma dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu me
Nei tuoi occhi brucia la città
Che poi stare qui con te è come perdere la dignità
Trascurarsi per me è uguale a fottere
È buttarsi nel fuoco, senza accendere
Tra noi due non so chi vincerà
Nessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età
Mi hai dato il meglio di te
Le tue bugie migliori
Ed io le ho strette così forte
Mentre imparavo a cadere
Strappami la pelle dalle vertebre
Ma dimmi pecché nun vuò cchiù parlà cu’mmé
Nei tuoi occhi brucia la città
Che poi stare qui con te è come perdere la dignità
Trascurarsi per me è uguale a fottere
È buttarsi nel fuoco, senza accendere
Tra noi due non so chi vincerà
Nessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età
(Piove sale dentro la tua stanza)
(Na dummeneca ca nun me passa)
Nessuno ci ha mai detto, no
Nessuno ci ha mai detto, no
(Cerchiamo rimedi contro l’ansia)
Sulo pe nun sparí
Strappami la pelle dalle vertebre
Ma dimmi pecché nun vuò cchiù parlà cu’mmé
Tra noi due non so chi vincerà
Nessuno ci ha mai detto come si ride alla nostra età
Significato e analisi brano
“VERTEBRE” di SETTEMBRE è una canzone che parla di emozioni crude e autentiche, un dialogo intimo con se stessi e con l’altro, che riflette la complessità delle relazioni e delle insicurezze che tutti portiamo dentro. Il testo racconta di un rapporto che sta finendo, dove due persone si trovano a confrontarsi con le proprie fragilità e i propri errori. C’è un senso di solitudine e smarrimento, come quello di un “cane perso in mezzo alla città”, che rappresenta la difficoltà di navigare in un mondo che spesso non ci dà gli strumenti per capire come gestire il dolore o la confusione.
La frase “Strappami la pelle dalle vertebre” è un’immagine forte, che evoca l’idea di voler essere scorticati, privati di ogni protezione, fino a raggiungere l’essenza più profonda di sé. È un grido di dolore, ma anche di desiderio di verità, di voler capire perché l’altro non vuole più parlare, perché la comunicazione si è interrotta. La città che brucia negli occhi dell’altro rappresenta il caos interiore, il conflitto che si vive quando si è insieme ma ci si sente persi, come se stare in quella relazione significasse perdere un pezzo di sé, la propria dignità.
Il brano parla anche di come, a volte, trascurarsi o ferirsi possa sembrare un modo per affrontare il vuoto, come buttarsi nel fuoco senza accenderlo, un gesto autodistruttivo ma anche disperatamente umano. Non c’è un vincitore in questa lotta, perché nessuno ci ha mai insegnato davvero come affrontare le emozioni più difficili, come piangere o ridere alla “nostra età”, un’età in cui ci si sente spesso sospesi tra l’essere adulti e il voler ancora essere protetti.
La canzone, quindi, è un invito ad accettare le proprie imperfezioni, a riconoscere che la vita è fatta di momenti di fragilità e di forza, e che non c’è una guida pronta per insegnarci come vivere. È un messaggio universale, che parla alla generazione dell’artista ma che risuona in chiunque abbia mai provato il peso di una relazione complicata o il desiderio di capire se stessi e gli altri.